IL CLAN DEGLI ASSASSINI

SHAHKULU [MORTE MARZO 1512]

Perdonate, Manuele. Alcuni di questi prigionieri Ottomani sono così… Fragili.” (ridendo)

GIOVINEZZA

Shahkulu nacque in una tribù turkmena dell’Anatolia orientale, tormentata dall’Impero Ottomano. A distanza di alcuni anni dalla sua nascita, gli Ottomani attaccarono la sua Tribù e i soldati uccisero i suoi genitori, lasciandolo orfano e solo. Da quel momento decise di voler vendicarsi degli Ottomani e venne accolto nell’Ordine dei Templari.
Passarono gli anni e il suo odio nei confronti dei turchi Ottomani crebbe, provò tra l’altro lo stesso sentimento anche verso coloro che si opponevano all’ideologia dei Templari, dedicando anima e corpo alla causa.

Immagine che ritrae Shahkulu

AL SERVIZIO DI MANUELE

Shahkulu si fece conoscere all’interno dell’ordine e divenne molto temuto. Intorno al 1511 si alleò con Manuele Paleologo (erede al trono dell’Impero Bizantino e anch’egli Templare). Il patto consisteva nell’ aiutare Manuele nel suo tentativo di ripristinare la potenza dell’Impero Bizantino, certo che sarebbe stato lautamente ricompensato.
Nella metà del 1511, i due Templari incontrarono il capo dei Giannizzeri, Tarik Barleti, a Costantinopoli con lo scopo di ottenere il permesso per poter accedere all’ “Arsenale” (nome con cui era comunemente chiamato il l porto di Teodosio, che era il più grande dei porti di Costantinopoli) e così controllare una spedizione di armi. Shahkulu, per togliersi ogni dubbio di un presunto tradimento, ricordò al suo compagno Templare quanto fosse stato prezioso il suo intervento per ripristinare l’esercito e di non provare a dimenticarsi del loro patto. Manuele per tranquillizzare Shahkulu, lo assicurò dicendogli che non avebbe mai dimenticato il debito che aveva con lui.


 

Shahkulu che ricorda a Manuele del loro patto.

MORTE

In seguito alla ribellione di Şahkulu (9 aprile – 2 luglio 1511) e ai suoi compiti da svolgere a Costantinopoli, Shahkulu si ritirò nel quartier generale dei Templari in Cappadocia, più precisamente a Derinkuyu. Tarik Barleti inviò molte spie che vennero catturate e fatte prigioniere. Dal momento che si trattava di spie turche Ottomane, Shahkulu decise di occuparsi personalmente di ognuna di esse, torturandole per poi infine ucciderle. Nel 1512, l’assassino Ezio Auditore liberò Dilara, una spia di Tarik e con lui si diresse presso la cappella, dove Shahkulu stava eseguendo una delle sue uccisioni. La vittima era Janos, un amico di Dilara. L’assassino riuscì a farsi strada uccidendo alcuni archibugieri e raggiunse una grande croce che pendeva perpendicolarmente al pavimento. Ezio vi si arrampicò e da lì si fiondò a sorpresa alle spalle di Shahkulu infilzandolo. Nonostante il colpo inferto da Ezio con la lama celata fosse letale, Shahkulu si salvò in quanto il colpo si infranse sulla sua armatura. Subito dopo quest’ultimo cercò di strangolare Ezio ma l’assassino riuscì a liberarsi dalla morsa, i due iniziarono un duro combattimento che alla fine vide l’assassino prevalere e riuscire a salvare le spie ottomane.  

Shahkulu strangola Ezio.

AL MUALIM

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